Le valli del Monviso e la lingua Occitana
Le valli del Monviso e la lingua occitana
Testi informativi bilingue, italiano-occitano, sulla lingua occitana e sulle Valli Po, Bronda, Infernotto e Varaita. A cura della Chambra d’Oc.
Progetto finanziato dalla Pres. del Cons. dei Ministri nell’ambito degli interventi previsti dalla L.15/12/99, n.482 “Norme per la tutela delle Minoranze linguistiche storiche d’Italia”
Las valadas dal Vísol e la lenga occitana
Tèxts informatius bilíngües, en italian-occitan, sus la lenga occitana e sus las valadas Pò, Bronda, Enfernòt e Varacha. A cura de la Chambra d’Òc.
Projèct finançat da la Pres. dal Cons. di Ministres dins lo quadre di intervents previstss da la Lei 15/12/99, n.482 “Nòrmas per la tutèla des Minoranças linguísticas estòricas d’Itàlia”.
La lingua: l’Occitano
di Roberta Ferraris
La lingua occitana, o lingua d’oc, deve il suo nome alla particella affermativa òc, derivata dal latino hoc est. Questo criterio per definire un idioma fu utilizzato da Dante, che distingueva la lingua d’òc da quella d’oil (da cui deriva il francese moderno) e dall’italiano che si esprime con il sì. Dante stesso, nella Divina Commedia riporta – unico brano del poema in lingua straniera – alcuni versi in occitano che mette in bocca al poeta trovatore Arnaldo Daniello (Arnaud Danièl, XII secolo), nel XXVI canto del Purgatorio.
“Tan m’abellis vostre cortes deman,
qu’ieu no me puesc ni voill a vos cobrire.
Ieu sui Arnaut que plor e vau cantan;
consiros vei la passada folor,
e vei jausen lo joi qu’esper, denan.
Ara vos prec, per aquella valor
que vos guida al som de l’escalina,
sovenha vos a temps de ma dolor!”
trad:
Tanto mi piace la vostra cortese domanda
che non mi posso né voglio nascondere a voi.
Io sono Arnaud che piango e vado cantando;
preoccupato vedo la passata follia,
e godendo vedo davanti a me la gioia che spero.
Ora vi prego, per quel valore
che vi guida al sommo della scala,
vi sovvenga, a tempo debito, del mio dolore!
La lingua occitana è dunque una lingua neolatina, centrale rispetto all’area di diffusione di tutte le lingue derivate dal latino: l’occitano, rispetto al francese moderno, è molto più simile alla lingua di Roma. La popolazione della Francia meridionale, allora nota come Gallia Narbonensis, era tra quelle romanizzate per prime, già in epoca repubblicana, a partire dal II secolo avanti Cristo. Nell’ambito delle lingue derivate dal latino, dette anche lingue romanze, l’occitano appartiene al sottogruppo delle lingue galloromanze, che include anche il francese, il francoprovenzale e il catalano.
Su 15,6 milioni di residenti nella Grande Occitania, la comunità linguistica che parla occitano conta oggi circa due milioni di persone a cui si aggiungono circa 7 milioni in grado di comprenderlo, nonostante che l’occitano, come tutte le lingue, si differenzi in varianti regionali che sono il guascone (gascon) a sud-ovest, il linguadociano (lengadocian) a centro-sud, il provenzale (provençau) a sud-est, il limosino (lemosin) a nord-ovest, l’alverniate (auvernhat) al centro-nord e il vivaro-alpino (vivaroaupenc) o occitano alpino a nord-est. Di quest’ultimo gruppo fanno parte le parlate delle valli alpine piemontesi, cui spesso i parlanti si riferiscono più semplicemente come «lenga nòstra», o «parlar a nòstra mòda ». Perché l’occitano è una lingua e non uno dei tanti dialetti? Fa la differenza la secolare tradizione letteraria scritta della lingua d’oc.
La lenga: l’occitan
de Roberta Ferraris
La lenga occitana, o lenga d’òc, deu son nom a la particèla afermativa òc, derivaa dal latin hoc est. Aqueste critèri per definir un idiòma foguet utilizat da Dante, que distinguia la lenga d’òc d’aquela d’oil (da la quala deriva lo francés modèrn) e da l’italian que s’exprim embe lo sì. Dante mesme, dins la Divina Comèdia repòrta – solet tròç dal poèma en lenga estrangiera – qualqui vèrs en occitan que buta en gola al poèta Arnaud Danièl (sècle XII) dins lo XXVI chant dal Purgatòri.
“Tan m’abellis vostre cortes deman,
qu’ieu no me puesc ni voill a vos cobrire.
Ieu sui Arnaut que plor e vau cantan;
consiros vei la passada folor,
e vei jausen lo joi qu’esper, denan.
Ara vos prec, per aquella valor
que vos guida al som de l’escalina,
sovenha vos a temps de ma dolor!”
Tanto mi piace la vostra cortese domanda
che non mi posso né voglio nascondere a voi.
Io sono -Arnaud che piango e vado cantando;
preoccupato vedo la passata follia,
e godendo vedo davanti a me la gioia che spero.
Ora vi prego, per quel valore
che vi guida al sommo della scala,
vi sovvenga, a tempo debito, del mio dolore!
La lenga occitana es donc una lenga neolatina, centrala per rapòrt a l’àrea de difusion de totas las lengas derivaas dal latin: l’occitan, respèct al francés modèrn, es ben mai semblable a la lenga de Roma. La populacion de la França meridionala, al temp conoissua coma Gallia Narbonensis, era entre aquelas romanizaas per premieras, já en època republicana, a partir dal II sècle av. C. Dins l’encastre de las lengas derivaas dal latin, dichas decò lengas romanas, l’occitan aparten al sotgrop de las lengas galoromanas que enclui, decò lo francés, lo francoprovençal e lo catalan.
Sus 15,6 milions de residents dins l’Occitània Granda, la comunitat linguística que parla occitan còmpta encuei a pauc près dui milions de locutors, ai quals se jonton environ 7 milions en estat de lo compréner, ben que decò l’occitan, coma totas las lengas, se diferéncie en de variantas regionalas que son lo gascon a sud-oest, lo lengadocian al centre-sud, lo provençal al sud-est, lo lemosin al nòrd-oest, l’auvernhat al centre-nòrd e lo vivaro-aupenc o occitan alpin al nòrd-est. D’aqueste darrier grop fan part las parladas de las valadas alpinas dal Piemont, al qual sovent lhi parlants se riferisson mai simplament coma “lenga nòstra”, o “parlar a nòstra mòda”. Perque l’occitan es una lenga e non pas un di tanti dialècts? Fai la diferença la seculara tradicion literària escricha en lenga d’òc.
Valli Po, Bronda e Infernotto
di Roberta Ferraris
Una piccola valle per un grande fiume. Nasce dal Monviso il Po, maggiore corso d’acqua italiano, che percorre la ripida e incassata valle come tumultuoso torrente. In circa 22 km – dal Pian del Re, dove nasce – il grande fiume perde ben 1400 metri di quota. Tuttavia i motivi di interesse delle valli non sono solo il primato del fiume più grande e la cuspide inconfondibile del Re di Pietra. Le memorie artistiche del marchesato di Saluzzo sono il filo conduttore della visita, dall’abbazia di Staffarda al santuario di S. Chiaffredo a Crissolo.
Il percorso di visita
Non distante dalle sponde del Po fu fondata, nel XII secolo, l’abbazia cistercense di Staffarda, grazie a una donazione dei marchesi di Saluzzo. Il complesso è molto articolato: tra i vari edifici in stile gotico o romanico-gotico compresi nel recinto, meritano una visita la chiesa, preceduta da nartece e affiancata da un chiostro, in parte danneggiato dalle truppe francesi nel 1690. Annessi al complesso sono la Loggia del Mercato e l’Ospizio dei pellegrini, entrambi in stile gotico. L’abbazia ebbe un ruolo fondamentale nella bonifica e valorizzazione del territorio in epoca medievale, quando fu uno dei maggiori centri economici e agricoli del Piemonte.
Ci si avvicina all’imbocco della valle Infernotto proseguendo per Envie, dove si trova il castello dei Malabaila, edificato nel XIV secolo e rifatto in stile neogotico. La barocca parrocchiale dei Ss. Marcellino e Pietro conserva il campanile romanico del XII secolo. Si prosegue per Barge, che il torrente Infernotto divide nel Borgo Vecchio Superiore e Inferiore. Citata già intorno all’anno Mille, Barge sorge su luogo abitato dall’antichità, e dove forse vi era un pagus romano. Il centro storico conserva case medievali della fine del XV secolo e la monumentale parrocchiale barocca di S. Giovanni Battista, opera di Francesco Gallo (1730-38), con campanile in stile romanico lombardo, già pertinente alla pieve medievale. Sull’altura che domina il paese, addossato al Monte Bracco, sorge il castello del XII secolo, in parte distrutto dalle truppe francesi nel 1554.
Con la SP27 si prosegue per Bagnolo Piemonte, centro artigianale dove si lavora la pietra di Luserna, estratta dalle numerose cave della zona. Il paese sorgeva in origine ai piedi del castello dei Malingri (XII sec.), a Sud-Ovest dell’attuale abitato; il complesso castellano comprende anche il Palazzo o Castello Piano e un vasto parco, ed è tutt’ora di proprietà degli eredi dei conti Malingri di Bagnolo. Il Palazzo Malingri ha inglobato la più antica cappella di S. Sebastiano, dove sono stati restaurati gli affreschi del XV secolo, raffiguranti il santo titolare e un ciclo sulla Passione di Cristo. Il paese di Bagnolo, in epoca medievale aggregato al castello, si sviluppò a partire dal XVI secolo sulla piana, sul sito del convento di S. Pietro. Un campanile in stile romanico-gotico è quanto resta dell’antica chiesa del convento retto dai canonici di Oulx. La neogotica parrocchiale risale al XIX secolo.
Si raggiunge la breve valle Bronda da Saluzzo, con la SP47, che risale la valle inizialmente tra frutteti, quindi in ambiente boscoso. Poco prima di giungere a Castellar, la cappella campestre di S. Ponzo (XIII sec.) conserva affreschi della metà del XV secolo, opera di Pietro da Saluzzo. Castellar è dominato dal castello dei marchesi di Saluzzo (privato), sorto nel XV secolo su una casa-forte del secolo precedente. Al suo interno si trova un museo etnografico, visitabile con il castello in occasione della manifestazione regionale «Castelli aperti». La provinciale raggiunge quindi Pagno, che sorse intorno al monastero di S. Colombano, fondato in epoca longobarda. La chiesa attuale, distrutta durante le incursioni saracene, fu ricostruita e quindi ancora rimaneggiata nel XVIII secolo. Conserva il campanile romanico dell’XI secolo e un affresco raffigurante S. Michele, attribuito ad Hans Clemer. Alla testata della valle si trova Brondello, raccolto intorno alla Torre dell’Orologio e ai ruderi del castello. Un S. Cristoforo (XV sec.) campeggia sulla facciata della parrocchiale dell’Assunta.
Con partenza da Staffarda, l’itinerario di visita alla valle Po tocca, con la SP222, Revello, ai piedi del versante meridionale del Monte Bracco. Fu fortificato dai marchesi di Saluzzo nel XV secolo, e parte delle opere difensive sono visibili nelle mura superstiti, nella Porta Soprana, nel Rivellino e nella rocca di Bramafam. Il castello marchionale, che affaccia su piazza Denina, ospita oggi il Municipio. Fu eretto come dimora residenziale nel XV secolo, da Ludovico II e sua moglie Margherita di Foix. La cappella marchionale, in corrispondenza dell’unica torre superstite del castello, è aperta alle visite: in stile tardo-gotico, conserva affreschi attribuiti ad Hans Clemer (XVI sec.) con storie di santi e la coppia dei marchesi con i figli. Interessante, inoltre, una replica dell’ultima cena di Leonardo da Vinci, realizzata nel 1519. Sempre sulla piazza Denina, nei locali dell’ex asilo, ha sede il Museo naturalistico del fiume Po, con finalità didattiche. Ai margini occidentali dell’abitato si trova la Collegiata, costruita in stile tardo-gotico e abbellita in facciata dal portale rinascimentale, opera di Matteo Sanmicheli da Porlezza. All’interno si trovano il polittico dei Ss. Pietro e Paolo e altri santi di Hans Clemer e due altri polittici del XVI secolo, opera di Pascale Oddone.
Con la SS662, che risale la valle Po, si esce da Revello in direzione Sud, fino a Rifreddo, centro agricolo addossato al versante meridionale del monte Bracco. Vi aveva sede, nel XIII secolo, il monastero femminile cistercense di S. Maria della Stella, fondato su iniziativa dei marchesi di Saluzzo. Rimangono tracce della facciata della chiesa e dei muri perimetrali, inglobati in una cascina in via del Monastero. Risale al XV secolo il Palazzo del Comune, con una originale facciata a vela.
Oltrepassato il fiume, si tocca Sanfront, di cui si ha notizia dall’XI secolo. Sorse ai piedi del castello distrutto nel XVII secolo. Si percorre la centrale via Mazzini, con i portici medievali, fino alla parrocchiale di S. Martino, del XV secolo, ma rimaneggiata nel XIX. Della chiesa tardo-medievale conserva un affresco raffigurante una Madonna in trono all’esterno dell’abside. Si prosegue sulla statale fino alla frazione di Robella: dalla borgata Garzini, oppure dalla successiva frazione Rocchetta, si raggiunge sull’altro versante della valle, Balma Boves, insediamento rupestre sorto sotto una tecchia del monte Bracco e abitato fino agli anni ’50. Il complesso è stato restaurato ed è accessibile con visite guidate nei giorni festivi.
Si prosegue il percorso sulla SS662, fino a Paesana, che il fiume divide nei due distinti borghi di S. Margherita e S. Maria. La barocca parrocchiale di S. Maria conserva in facciata due statue del XVI secolo, raffiguranti il marchese di Saluzzo Ludovico II e un abate. Consigliabile l’escursione ad Agliasco, frazione panoramica sul Monviso. Si prosegue sulla provinciale, nella valle che si fa più stretta: i successivi paesi sorgono a mezzacosta, di norma su poggi ben esposti. Sul versante orografico destro, raggiunto da una erta strada intagliata a tratti nella roccia, Oncino è formato da varie borgate sorte tra pascoli, su un contrafforte rivolto a Sud. Il paese ha sofferto di una forte emigrazione che ha ridotto la popolazione residente. È punto di partenza per belle escursioni: la Madonna del Bel Faggio si raggiunge su sentiero in circa mezz’ora. La provinciale di fondovalle raggiunge il successivo bivio, che porta a Ostana, paese balcone disposto sul ripido pendio boscoso con varie borgate. Grandioso il panorama sul Monviso dalla borgata capoluogo (La Villa), di recente oggetto di un programma di riqualificazione urbanistica, finalizzato a conservare le tipologie architettoniche tradizionali. Nel vecchio palazzo comunale è allestito il museo etnografico Ostana – Alta valle Po, dedicato, in particolare, alla lavorazione della canapa. Sempre da La Villa, la rete di percorsi escursionistici «Le vie d’Oustano» porta a conoscere le varie borgate e le zone di pascolo. Nella borgata S. Bernardo la cappella dedicata al santo conserva un affresco databile alla fine del XV secolo.
Si prosegue verso la testata della valle toccando Crissolo, sito in una conca più aperta e anch’esso formato da varie borgate. Il paese è attrezzato con una piccola stazione per lo sci alpino. A Est del capoluogo, a quota 1417 m sorge il santuario di S. Chiaffredo, eretto sul luogo del martirio del milite della Legione Tebea. Fu eretto nel XV secolo su un edificio più antico, e conserva all’interno circa un migliaio di ex voto. La facciata neogotica è dei primi anni del XX secolo. Da Crissolo la strada prosegue oltre al paese verso Pian della Regina, quindi, sempre più erta e stretta, si inerpica fino a Pian del Re, punto di partenza per le escursioni al Monviso.
Il Parco naturale del Po
Il massiccio del Monviso e tutta l’asta fluviale del Po fanno parte del tratto cuneese del Parco regionale del Po, che tutela un’ampia fascia di territorio intorno al grande fiume, dalle Alpi fino alla pianura della Lomellina. Tra gli ambienti di maggior pregio in valle Po, vanno ricordati i laghi glaciali che alimentano la sorgente del fiume e la torbiera di Pian del Re, dove vivono rari endemismi, come la salamandra nera di Lanza. Altra zona di pregio è la confluenza del torrente Bronda con il Po, nei pressi dell’abbazia di Staffarda, caratterizzata da ampi ghiareti e boschi ripariali ancora selvaggi, in un contesto di agricoltura intensiva. Vari centri visita e aree attrezzate (esistenti e in corso di realizzazione) consentono di apprezzare questi ambienti: a Paesana, a valle del ponte; a Paracollo, al ponte Pesci Vivi, non lontano da Saluzzo, dove si trova una cascina e un’area di 19 ettari, in parte rimboschita.
Valadas Pò, Bronda e Infernòt
de Roberta Ferraris
Una pichòta valada per un grand flum. Nais dal Vísol lo Pò, lo mai grand cors d’aiga italian, que percor la valada regda e encaissa coma torrent tumultuós. En a pauc près 22 km – dal Plan dal Rei, dont pren sa sorsa – lo grand flum pèrd ben 1400 mètres de livèl. Mas lhi motius d’interès d’aquestas valadas son pas masque lo primat dal flum pus grand e la poncha inconfondibla dal rei de Peira. Las memòrias artísticas dal marquesat de Saluces son lo fil conductor de la vísita, da l’abaïa de Stafarda al santuari de Sant Chafrè a Criçòl.
Lo percors de Vísita
Pas ben luenh da las ribas dal Pò foguet fondaa, ental sècle XII l’abaïa cistercensa de Stafarda, gràcias a una donacion di marqués de Saluces. Lo complèx es ben articulat: entre lhi divèrs edificis en estil gòtic o romànic-gòtic, mériton una vísita la gleisa, precedua da nartèx e aflancaa da un clòstre, en part desbelat da las tropas francesas ental 1690. Annèx al complèx son la Lòtja dal Marchat e l’Ospici di pelegrins, tuchi dui en estil gòtic. L’abaïa a agut un ròtle fondamental dins la bonífica e valorizacion dal territòri en època medievala, quora foguet un di majors centres econòmics e agrícols dal Piemont.
Én s’avesina a l’intrada de la val Infernòt en continuant per Envie, ente se tròba lo chastèl del Malabaila, edificat ental sècle XIV e refach en estil neogòtic. La parroquiala baròca di Ss. Marcelin e Peire garda un cloquier romànic dal sècle XII. Se contínua vèrs Barge, que lo torrent Infernòt partís en Borg vielh Sobeiran e Sotan. Citaa a l’entorn de l’an Mila, Barge se dreiça sus un luec abitat despuei l’antiquitat e ente benlèu lhi avia un pagus roman. Lo centre istòric garda de maisons medievalas de la fin dal sècle XV e la monumentala parroquiala baròca de S. Joan Batista, òbra de Francesco Gallo (1730-38), embe lo cloquier en estil romànic lombard, já pertinent a la gleisa medievala. Sus l’autor que dòmina lo país, arrambat al Mont Brac, se dreiça lo chastèl dal sècle XII, en part destruch da las tropas francesas ental 1554.
Embe la SP27 se contínua per Banhòl, centre artisanal ente se trabalha la peira de Lusèrna, tiraa da las nombrosas cavas de la zòna. Lo país a l’origina se trobava ai pè dal chastèl di Malingri (sècle XII), a sud-oest dal vilatge actual; lo complèx dal chastèl compren decò lo Palais o Chastèl Plan e un vaste parc, e es encara proprietat di eretiers di conts Malingri de Banhòl. Lo Palais Malingri a englobaa la mai antica chapèla de Sant Sebastian, ente son estats restaurats lhi afrescs dal sècle XV refigurants lo sant titular e un cicle sus la passion dal Crist. Lo vilatge de Banhòl, en època medievala agregat al chastèl, a partir dal sècle XVI s’es desvolopat sus la plana, sus lo site dal convent de Sant Peire. Un cloquier en estil romàn-gòtic es çò que resta de l’anciana gleisa dal convent tengut dai canònics de Ols. La parroquiala neogòtica remonta al sècle XIX.
S’arriba a la corta val Bronda da Saluces sus la SP47, que remonta lo valon derant al metz de plantajons de frucha, puei al metz di bòscs. Pauc derant d’arribar a Chastelar, la chapèla campèstra de Sant Pons (sècle XIII) garda d’afrescs de la meitat dal sècle XV, òbra de Peire da Saluces. Chastelar es dominat dal chastèl di marqués de Saluces (privat), bastit ental sècle XV sus una casa-fòrta dal sècle precedent. Al dedins se tròba un musèu etnogràfic, visitable embe lo chastèl en ocasion de la manifestacion regionala “Castelli aperti”. La provinciala contínua vèrs Panh, naissut a l’entorn dal monastier de Sant Colomban, fondat en època longobarda. La gleisa actuala, destrucha durant las incursions sarrasinas, foguet reconstruïa e puei encara remanejaa ental sècle XV. Garda lo cloquier romànic dal sècle XI e un afresc refigurant Sant Michèl, atribuït a Hans Clemer. Al som de la valada se tròba Brondèl, rechampat a l’entorn de la Tor dal Relòtge e a las roïnas dal chastèl. Un Sant Cristòfor (sècle XV) ressòrt sus la façada de la parroquiala de l’Assompcion.
En partent da Stafarda, l’itinerari de vísita a la Val Pò trucha, embe la SP22, Revèl, ai pè dal versant a l’adrech dal Mont Brac. Foguet fortificat dai marqués de Saluces ental sècle XV e part da las òbras defensivas son visiblas dins lhi murs qu’an resistut, dins la Pòrta Sobeirana, dins lo Rivellino e dins la ròca de Bramafam. Lo chastèl marquional, que dona sus plaça Denina, òspita encuei la Maison Comuna. Foguet erejut coma demora residenciala ental sècle XV da Ludovic II e sa frema Margarida de Foish. La chapèla marquionala, en correspondença de la soleta tor dal chastèl qu’a resistut, es dubèrta a las vísitas: en estil tard-gòtic, garda d’afrescs atribuïts a Hans Clemer (sècle XVI) embe d’estòrias de sants e la cobla di marqués embe lhi filhs. Interessant, en mai d’aquò, una réplica de l’última cina de Leonardo da Vinci, realizaa ental 1519. Sempre sus plaça Denina, enti locals de l’ex asil, se tròba lo Musèu naturalístic dal flum Pò, embe de finalitats didàcticas. Al bòrd occidental dal país se tròba la Collegiala, bastia en estil tard-gòtic e abelia sus la façada dal portal renaissimental, òbra de Matteo Sanmicheli da Porlezza. Dedins se tròbon lo políctic di Ss. Peire e Paul e d’autri Sants de Hans Clemer e dui autri políctics dal sècle XVI, òbra de Pascale Oddone.
En percorrent la SS662, que remonta la Val Pò, passat Revèl én arriba a Rifrèd, centre agrícol arrambat al versant a l’adrech dal Mont Brac. Aquí lhi avia, al sècle XIII, lo monastier femenin cistercens de Santa Maria de l’Estèla, fondat sus iniciativa di marqués de Saluces. Reston de traças de la façada de la gleisa e di murs perimetrals, englobats dins una cascina en via del Monastier. Remonta al sècle XV lo Palais de la Comuna, embe una originala façada a vela.
Passat lo flum, se trucha Sanfront, dont lhi a notícia despuei lo sècle XI. Lo vilatge naisset ai pès dal chastèl destruch ental sècle XVII. Se percor la centrala via Mazzini, embe lhi pòrtics medievals, fins a la parroquiala de Sant Martin, dal sècle XV, mas remanejaa ental ‘800.De la gleisa tard-medievala garda un afresc refigurant la Madòna en tròn en de fòra de l’àbsid. Se contínua sus l’estatala fins a la ruaa de Robèla: da la ruaa di Garcin, o da d’aquela de La Roqueta, se pòl anar, en traversant lo Pò, a Balma Bòves, insediament rupèstre naissut dessot una balma dal Mont Brac e abitat fins a lhi ans ’50. Lo complèx es estat restaurat e es accessible embe de vísitas guidaas enti jorns de fèsta.
A meitat valada se tròba Païsana que lo Pò divid en dui borgs distints de Santa Marguerita e Santa Maria. La parroquiala baròca de Santa Maria garda sus la façada doas estàtuas dal sècle XVI refigurantas lo marqués de Saluces Ludovic II e un abat. Se conselha l’excursion an Alhasc, ruaa ben esguinchaa sus lo Vísol. Se contínua sus la provinciala al lòng de la valada que se fai pus estrecha: lhi vilatges se tròbon a mesa còsta, normalament sus de puei ben expausat. A l’ubac, per una via pendua e de bòt chavaa dins la peira, s’arriba a Oncin qu’es format da divèrsas ruaas al metz de pasturals, sus un contrafòrt a l’adrech. Lo vilatge a patit una fòrta emigracion e a reduch la populacion residenta. Es lo ponch de partença per de bèlas excursions: en a pauc près un’ora, per un viòl, s’arriba a la Madòna dal Bèl Faul. La provinciala al fons de la valada arriba a un’autra forcha que mena a Ostana, vilatge ben expausat a l’adrech format da divèrsas ruaas esparpalhaas sus la drechas ribas boscosas. Grandiós lo panorama sus lo Vísol da La Vila, lo cap-luec, recentement objèct d’un programa de requalificacion urbanística finalizat a gardar l’arquitectura tradicionala. Dins lo vielh palais de la comuna es alestit lo Musèu etnogràfic Ostana – auta Val Pò dedicat en particular al trabalh dal charbo. Sempre a La Vila, la ret de percors excursionístics “Las Vias d’Ostana” pòrta a conóisser las vàrias ruaas e lhi pasturals a l’entorn. Dins la ruaa de Sant Bernard la chapèla dedicaa al sant garda un afresc datable a la fin dal sècle XV.
Se contínua vèrs lo som de la valada en passant per Criçòl, butat dins una conca mai dubèrta e decò el format da divèrsas ruaas. Lo país es equipat d’una estacion d’esquí alpin. A est dal cap-luec, a 1417 m d’autessa se tròba lo santuari de Sant Chafrè, bastit sus lo luec dal martiri dal soldat de la legion tebea. Foguet erigit ental sècle XV sus un edifici mai ancian e garda dedins a pauc près un milierat de ex-vot. Da Criçòl la via monta vèrs lo Plan d’la Reina, puei, sempre pus resua e estrecha, se rampinha fins al Plan dal Rei, ponch de partença per las excursions a Vísol.
Lo Parc natural dal Pò
Lo massís dal Vísol e tot lo lòng dal Pò fan part dal tòc cuneés dal Parc regional dal Pò, que tutèla un’ampla faissa de territòri a l’entorn dal grand flum, da las Alps fins a la plana de la Lomellina. Entre lhi ambients de mai gròssa valor en Val Pò, van recordats lhi lacs glacials que alimenton la sorgent dal flum e la torbiera de Plan dal Rei, ente vivon de rars endemismes, coma la salamandra niera de Lanza. Un’autra zòna de valor es la confluença dal Bronda embe lo Pò, pas luenh de l’abaïa de Stafarda, caracterizaa da d’amples gravieras e de bòscs de riba encara salvatges, dins un contèxt d’agricultura intensiva. Divèrs centres de vísita e d’àreas atreçaa (existents o en cors de realizacion) consenton d’apreciar aquesti ambients: a Paisana, en aval dal pònt; a Paracòl, al pònt Pesci Vivi, pas luenh da Saluces, ente se tròba una cascina e un’àrea de 19 ectars, en part reboscaa.
Agricoltura
Ambiente
Arte e cultura
Cultura
Foreste
GiovanI
Montagna
Protezione delle minoranze
Monviso: la montagna simbolo si racconta
Il Monviso è una montagna simbolo, un riferimento senza tempo, visibile da ogni luogo del territorio piemontese e non solo; probabilmente creduto una divinità per questo suo innalzarsi verso il cielo, punto di contatto tra la terra e l’infinito, metafora dell’ignoto, divinità visibile a cui chiedere protezione, totem per i presagi e le domande esistenziali che l’Umanità di ogni tempo si è posta sul vivere, sul conoscere e sul fine ultimo della vita.
Seguendo il volume dell’Istituto Superiore di Cultura Alpina di Ostana “Pastori di Montagne: Storia delle Guide Alpine del Monviso” Sergio Beccio ci accompagna, con una serie di articoli bilingue italiano-occitano corredati da immagini, alla scoperta del “gigante di pietra” e della storia degli uomini che, nel tempo, a partire dalla preistoria fino ai giorni nostri, a accompagnato le genti attraverso i difficili territori alpini. Un volume bilingue (italiano-inglese) strumento di lavoro e di ricerca per turisti, operatori e ricercatori riguardante i territori delle valli del Monviso. A cura della Chambra d’Oc.
Progetto finanziato dalla Pres. del Cons. dei Ministri nell’ambito degli interventi previsti dalla L.15/12/99, n.482 “Norme per la tutela delle Minoranze linguistiche storiche d’Italia”
Lo Vísol es una montanha símbol, una referença sensa temp, visible da tuchi lhi cants dal territòri piemontés e ren masque: cregua benlèu una divinitat per aqueste siu se dreiçar vèrs lo cèl, ponch de contact entre la tèrra e l’infinit, metàfora dal desconoissut, divinitat visibla a la quala demandar proteccion, totem per lhi presagis e las demandas existencialas que l’umanitat de tuchi lhi temps s’es pausaa sal viure, sal conóisser e sus la mira última de la vita.
En seguent volum de l’Instituto Superiore di Cultura Alpina d’Ostana “Pastori di Montagne: Storia delle Guide Alpine del Monviso” Sergio Beccio nos acompanha, abo una seria d’articles blíngües acompanhats da d’images, a la descubèrta dal “gigant de peira” e de l’estòria de lhi òmes que dins lo temp, a partir da la preistòria fins a nòstri jorns, a acompanhat las gents a travèrs lhi difícils territòris alpins. Un volum bilíngüe (italian-anglés) coma instrument de trabalh e de recèrcha per lhi toristas, lhi operators culturarls e lhi recerchaires regardant lhi territòris des valadas dal Vísol.
A cura de la Chambra d’Òc.
Projèct finançat da la Pres. dal Cons. di Ministres dins lo quadre di intervents prevists da la Lei 15/12/99, n.482 ” Nòrmas per la tutèla des Minoranças linguísticas estòricas d’Itàlia”.
di Sergio Beccio
Liberamente tratto dai testi di C. Morello, S. Beccio, M. Bovero e H. Tranchero – Pastori di Montagne – Editore Graph Art – Manta 2017
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di Sergio Beccio
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di Sergio Beccio
Tratto dal testo di “Pastori di Montagne” di Caterina Morello, Stefano Beccio, Marco Bovero e Hervé Tranchero
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di Sergio Beccio
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di Sergio Beccio
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di Sergio Beccio
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i volti e le storie dei primi valligiani che fecero dell’accompagnamento in montagna un mestiere
Agricoltura
Ambiente
Arte e cultura
Cultura
Foreste
GiovanI
Montagna
Protezione delle minoranze
Oncino e le sue borgate
Oncino e le sue borgate – Lu Porto Vësse
Letture e interviste in lingua occitana su Oncino, paese dell’alta Valle Po, alla scoperta della sua lingua e delle sue borgate accompagnati dalla voce di Rosina Peiretti. Prendendo spunto dagli articoli comparsi sul giornale locale “Lu Porto Vësse” negli anni ’70, Rosina Peiretti ci porta a spasso tra le borgate principali di Oncino. Le interviste e le letture sono in lingua occitana. I testi in italiano sono quelli originali del giornale. A cura della Chambra d’Oc.
Foto: Sergio Beccio. Regia: Elisa Nicoli. Testimone: Rosina Peiretti.
Progetto finanziato dalla Pres. del Cons. dei Ministri nell’ambito degli interventi previsti dalla L.15/12/99, n.482 “Norme per la tutela delle Minoranze linguistiche storiche d’Italia”
Oncin e ses ruaas – Lu Porto Vësse
Lecturas e entervistas en lenga occitana sus Oncin, país de l’auta Val Pò, a la descubèrta de sa lenga e de sas ruaas en companhia de la vòutz de Rosina Peiretti.
En partent da lhi articles de jornal local “Lu Porto Vësse” di ans ’70, Rosina Peiretti nos mena al metz d’las ruaas mai importantas d’Oncin. Las entervistas e las lecturas son en lenga occitana. Lhi tèxts en italian son aquilhi originals dal jornal. A cura de la Chambra d’Òc.
Fotografias: Sergio Beccio. Regia: Elisa Nicoli. Testimòni: Rosina Peiretti.
Projèct finançat da la Pres. dal Cons. di Ministres dins lo quadre di intervents prevists da la Lei 15/12/99, n.482 “Nòrmas per la tutèla des Minoranças linguísticas estòricas d’Itàlia”.
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Storie di Ostana
Estòrias dal paìs – Storie d’Ostana
Dialoghi, racconti e interviste in lingua occitana sulla vita e sulle tradizioni ad Ostana, paese dell’alta Valle Po. Come si viveva un tempo ad Ostana? I mestieri, l’alimentazione, l’emigrazione, le tradizioni, la neve, le storie che si raccontavano e i fatti realmente accaduti. Un ciclo di video interviste curate da Elisa Nicoli e dalla Chambra d’Oc.
Progetto finanziato dalla Pres. del Cons. dei Ministri nell’ambito degli interventi previsti dalla L.15/12/99, n.482 “Norme per la tutela delle Minoranze linguistiche storiche d’Italia”
Estòrias dal paìs – Còntias da Ostana
Chacharadas, còntias e entervistas en lenga occitana sus la vita e sus las tradicions d’Ostana, país de l’auta Val Pò. Coma era la vita ental passat? Lhi mestiers, lo minjar, l’emigracion, las tradicions, la neu, las estòrias que se contiavon e las estòrias realas que son passaas a Ostana. Un cicle de video-entervistas curaas da Elisa Nicoli e da la Chambra d’Òc.
Projèct finançat da la Pres. dal Cons. di Ministres dins lo quadre di intervents prevists da la Lei 15/12/99, n.482 “Nòrmas per la tutèla des Minoranças linguísticas estòricas d’Itàlia”.
Il bucato – Ostana “Estòrias dal País”
La costruzione della strada – Ostana “Estòrias dal País”
La neve – Ostana “Estòrias dal País”
Emigrazione – Ostana “Estòrias dal País”
Luoghi di culto – Ostana “Estòrias dal País”
Campagna ieri e oggi – Ostana “Estòrias dal País”
La scuola – Ostana “Estòrias dal País”
Mestieri – Ostana “Estòrias dal País”
Alimentazione – Ostana “Estòrias dal País”
Aneddoti – Ostana “Estòrias dal País”
Storie di stalle e di stelle…ad Ostana / Verzin – Ostana “Estòrias dal País”
Storie di stalle e di stelle ad Ostana – Fum fum, sënto odor dë cristianum / Ostana “Estòrias dal País”
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Paesaggi di pietra
Paesaggi di pietra
“Paesaggi di pietra, architettura e insediamenti delle valli Po, Bronda e Infernotto”.
L’architetto Antonio De Rossi (Politecnico di Torino – Istituto Architettura Montana) ci accompagna in un viaggio alla scoperta dei tesori di architettura esistenti nelle nostre valli. Nella prima parte ci parla della montagna come paesaggio costruito, in generale dell’architettura delle valli occitane italiane, della struttura degli insediamenti in Valle Po e delle tipologie e caratteri dell’architettura. Nella seconda parte ci guida in un viaggio alla scoperta della bassa, media e alta valle: il Monte Bracco e Balma Boves, la Certosa della Trappa, l’alta valle. Nella terza parte ci introduce al tema dell’architettura legata alla modernità presentando alcuni esempi: l’architettura pedemontana di Gabetti e Isola, il Monastero Dominus Tecum di Prà d’ Mill e Ostana come paese laboratorio di architettura alpina.
Questa pubblicazione, bilingue italiano-occitano, curata dalla Chambra d’Òc su incarico della Comunità Montana, è parte del progetto “Occitan Lenga Viva”, L.482/99 “Norme a tutela delle minoranze linguistiche storiche”.
Païsatges de peira
“Païsatges de peira, arquitecturas e insediaments de las Valadas Pò, Bronda e Enfernòt”.
L’arquitèct Antonio de Rossi (Politècnic de Turin – Institut d’arquitectura de montanha) nos acompanha dins un viatge a la descubèrta di tresòrs de l’arquitectura que son dins nòstras valadas. Dins la premiera part nos parla de la montanha coma païsatge construït, en general de l’arquitectura de las valadas occitanas italianas, de l’estructura de lhi insediaments en Val Pò e de las tipologias e caràcters de l’arquitectura. Dins la seconda part nos guida dins un viatge a la descubèrta de la bassa, mesana e auta valada: lo Mont Brac e Balma Bòves, la Certosa de la Trapa, l’auta valada. Dins la tèrça part nos pòrta al tèma de l’arquitectura liat a la modernitat, en presentant d’exèmples d’arquitectura de la bassa valada de Gabetti e Isola, lo monastier Dominus Tecum de Prat d’ Mill e Ostana coma país laboratòri d’arquitectura alpina. Aquesta publicacion, en doas lengas: italian-occitan, curaa da la Chambra d’Òc sus encharja de la Comunitat de Montanha, fai part dal projèct “Occitan lenga Viva”, L. 482/99, “Nòrmas a tutèla de las minoranças linguísticas estòricas”. Que sie per tuchi un bon viatge dins nòstri país de peira.
Projèct finançat da la Pres. dal Cons. di Ministres dins lo quadre di intervents prevists da la Lei 15/12/99, n.482 ” Nòrmas per la tutèla des Minoranças linguísticas estòricas d’Itàlia”.
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Occitano lingua viva
Occitano lingua viva
La cultura occitana non è soltanto ghironda e giga, bensì un insieme di tradizioni, abitudini e caratteri linguistici che hanno investito ed ancora investono aspetti diversi della vita quotidiana.
Vogliamo qui brevemente presentare, attraverso testi e immagini, sei di questi aspetti che hanno assunto delle peculiarità nelle zone occitane e nella Valle Po in particolare.
Le attività, tipiche di una civiltà legata all’agricoltura di bassa e media montagna, sono la viticoltura e la coltura delle castagne. Sorprenderà qualcuno l’apprendere che la vite era ampiamente coltivata nella Valle Po anche in zone che oggi non hanno più vigneti. La castagna, invece, ha conservato un’ampia diffusione, legata soprattutto al commercio per fini alimentari ed alla lavorazione del frutto maturo.
Resti di questa civiltà, molto legata al territorio, con una presenza ben più diffusa di oggi, sono le barme, abitazioni e ricoveri caratteristici della zona del Mombracco, grazie anche alle possibilità offerte dalla particolare configurazione del terreno.
Buchi, anfratti, terreni rocciosi che affiorano fra i boschi che coprono i fianchi della valle, hanno anche sollecitato la fantasia degli abitanti, dando vita a narrazioni di creature quasi magiche che questi luoghi avrebbero abitato: le faie. Al contempo il territorio ha costituito spazio di giochi per i bambini e ragazzi che, fin da piccoli si abituavano ad esplorarlo e a trarre da esso le materie prime per “giocattoli” quali fischietti, animaletti, monili ecc.
Infine, a smentire uno stereotipo che vuole la montagna luogo primariamente di sacrificio e fatica, presentiamo alcuni balli tradizionali, che in ciascun paese hanno assunto caratteristiche specifiche. Particolarmente originali sono i balli di Sanfront che sono stati riscoperti recentemente e vengono riproposti nelle feste del paese. A cura della Chambra d’Oc.
Progetto finanziato dalla Pres. del Cons. dei Ministri nell’ambito degli interventi previsti dalla L.15/12/99, n.482 “Norme per la tutela delle Minoranze linguistiche storiche d’Italia”
Occitan lenga viva
Occitan es pas masque viola e giga, mas un ensem de tradicions, costumas e caràcters linguístics que an investit e encaro envieston d’aspècts diferents de la vita quotidiana.
Volem aicíbrevement presentar a travèrs de tèxts e d’images, sies d’aquesti aspècts que an assumut de peculiaritats dins las zònas occitanas e dins la Val Pò en particular.
Las activitats, típicas d’una civiltat liaa a l’agricultura de bassa e mesana montanha, eron la vinha e lo chastanhier. Pas tuchi san che la vitz era ben coltivaa en Val Pò, decò dins d’endrechs qu’encuei n’an pas pus. Ensita lhi chastanhiers an ben tengut, liats al marchat de la chastanha e a la transformacion dal fruch per de fins alimentaras.
Senhs d’aquesta civilizacion enraïsaa al territòri e que dins lhi temps passats era mai presenta qu’encuei son las balmas, vilatges característics dal Mont Brac, ente la geologia dal terren abo de ròchas esploventas a favorit la formacion d’aquesti dròlles vilatges.
Trunas, pertuis, balmas e ròchas al metz di bòscs son tant a l’adrech coma a l’ubac de la valada e an marcat la fantasia de la gent dal pòst. D’aqui venon las còntias mitològicas de las faias, que aurion demorat dins aquestas lueias sombras e misteriosas e – vai saber! – magara lhi son encara.
Es passat lo temp ente lo país era terren de juec de mainats e filhets que fins da pichòts, s’acostumavon a anar per lhi prats, lhi beals, lhi champs, lhi bòscs, lhi viòls e las ròchas. D’aqui prenion tot çò que lor servia per lors pichòtas demoras: per far de sublòls, de vachas, de aucelets, de pistolets, de braçalets. Totun, just per contrabàter an aquilhi que vòlon la montanha un luec de sacrifici e de fatiga, te-aquí, d’en darrier, lhi bals, las danças occitanas que dins chasque valada, mesme dins chasque país, an lor gueddo. Originals son lhi bals de Sant Front, reviscolats dins lhi ans Setanta e al jorn d’encuei dançats quora se fai fèsta, ensem a las danças d’autras valadas occitanas. A cura de la Chambra d’Òc.
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Conosci le valli occitane?
Conóisses las valadas occitanas?
Domande e risposte per conoscere il territorio e la cultura delle Valli Occitane d’Italia
Demandas e responsas per conóisser lo territòri e las costumas de las valadas occitanas d’Itàlia
Introduzione Per començar
Gli abitanti delle valli Po, Bronda, Infernotto parlano occitano? Las gents des valadas Pò, Bronda, Enfernòt parlon occitan
Quali segni del lontano e del recente passato troviamo nelle valli Po, Bronda e Infernotto? Dins las valadas Pò, Bronda, Enfernòt se tròbon de senhs dal passat mai o menc antic?
Il Monviso domina il paesaggio della valle ed è visibile fin dalla lontana pianura. Chi vi salì per primo? Lo Vísol sobra lo païsatge de la valada e se vei fin da luenh dins la plana. Qui lhi es arribat per premier?
Si favoleggia che di qui passò anche Annibale con gli elefanti… Se ditz que tanben Anníbal es passat d’aquí bo siei elefants…
C’è un disegno di Leonardo da Vinci con una montagna che pare il Monviso. Il grande artista del Rinascimento venne in val Po? L’a un dessenh de Leonard de Vinci bo na montanha que parèis pròpi lo Vísol. Lo famós artista de la Renaissença es vengut en val Pò?
Il Monviso ha ispirato scrittori e poeti? Lo Vísol a inspirat escriptors e poetas?
Dove incontrare la cultura popolare occitana? Ente se pòl rencontrar la cultura popolara occitana?
Quali testimonianze della fede si trovano in valle Po? Qualas son las testimoniças de la fe en val Pò?
In ogni paese si trovano delle festività particolari. Quali sono le più conosciute e significative? Chasque país a sa fèsta. Qualas son las fèstas pus importantas que tiron mai de gent?
In valle Po e in val Bronda c’è un’unica strada importante. E’ sempre stato così? En val Pò e en val Bronda lhi a na soleta via importanta. Es totjorn estat parelh?
Dal Buco di Viso transitarono le carovane del sale… Dal Pertuis de Vísol passavon mec las carovanas d’la sal?
Cosa significa oggi essere occitano nelle valli Po, Bronda e Infernotto? Çò que vòl dir, al jorn d’encuei, èsser occitan dins la valadas Pò, Bronda, Enfernòt?
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Dizionario della valle Po
Il presente dizionario in formato di foglio elettronico è il risultato del lavoro dello sportello linguistico nell’anno 2010 presso la sede della Comunità Montana Valli Po, Bronda e Infernotto a Paesana.
Lungi dall’essere completo vuole invece essere la base per un lavoro con cui creare un dizionario dove si raccolgono tutte le varianti della lingua occitana presenti nella Valle Po e dove si possono anche comprendere meglio le influenze del dialetto piemontese e della lingua italiana all’interno delle diverse parlate.
Anche se non completo, il presente dizionario può essere utilizzato come base per ricerche e miglioramenti da parte di chiunque sia interessato. A cura della Chambra d’Oc.
Progetto finanziato dalla Pres. del Cons. dei Ministri nell’ambito degli interventi previsti dalla L.15/12/99, n.482 “Norme per la tutela delle Minoranze linguistiche storiche d’Italia”
Aqueste diccionari en format de fuelh electrònic es lo resultat de lo trabalh de l’esportèl linguístic ente l’an 2010 a la demora de la Comunitat Montana Valadas Pò, Bronda, Enfernòt a Païsana.
Luenh de l’èsser complet, vòl devenir la basa per un diccionari mai complet ente recuélher totas las variantas de la lenga occitana que se pòlon trobar en Val Pò per mielh comprene las influenças dal dialèct piemontés e de la lenga italiana dins las diferentas parlada.
Bèla se pas complet, aqueste diccionari pòl èsser adobrat coma basa per de recèrchas e de melhoraments da part de qui que sie interessats. A cura de la Chambra d’Òc.
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Leggende, poesie e testimonianze
Testimonianze in lingua occitana, con sottotitoli in italiano, raccolte sul territorio delle Valli del Monviso.
Esse gravitano intorno a 100 parole della lingua occitana racchiuse nella sezione “100 Paràulas dal Tresòr” del portale della Chambra d’Òc, dove le interviste sono accompagnate da una analisi etimologica delle differenti parole.
I testimoni raccontano aneddoti, curiosità, usi della vita quotidiana nella loro parlata locale; un modo per ascoltare, conoscere la lingua e il territorio delle Valli occitane nelle sue differenti varietà. A cura della Chambra d’Oc.
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Testimonianças en lenga occitana abo lhi sostítols en italian culhias sal territòri das Valadas dal Vísol.
Elas viron a l’entorn des 100 paraulas occitanas que fan part dal sector “100 Paraulas dal tresòr” sal portal de la Chambra d’Òc, dont las entervistas son acompanhaas da un’anàlisi etimològica des paraulas.
Lhi testimònis còntion de curiositats, de costumas, d’estòrias de vita dins lor parlada locala; una maniera per escotar e descuérber la lenga e lo territòri des valadas occitanas dins sas varietats localas. A cura de la Chambra d’Òc.
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Ecco i video V. Po – Valai lhi videos de la Val Pò:
Rosaa
Serp
Fuelha
Violetas
Pego
Peira
Glaç
Aiga
Leure
Comba
Fontana
Galaberna
Poesie e racconti – Costan Rey
Raccolta di poesie in lingua occitana nella parlata di Crissolo, nell’alta Valle Po, lette dall’autore Costanzo Rey. Testi bilingue italiano-occitano. Video in lingua occitana con sottotitoli in italiano. A cura di Elisa Nicoli e della Chambra d’Oc
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Poesias e còntias – Costan Rey
Recuèlh de poesias en lenga occitana a la mòda de Criçòl, dins l’auta Val Pò, recitaas da l’autor Costan Rey. Tèxts en occitan-italian. Video en lenga occitana abo lhi sostítols en italian. A cura de Elisa Nicoli e de la Chambra d’Òc.
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Poesie – Marco Mastrocola
Raccolta di poesie in lingua occitana nella parlata di Oncino, nell’alta Valle Po, lette dall’autore Marco Mastrocola. Testi bilingue italiano-occitano. Video in lingua occitana con sottotitoli in italiano. A cura di Esteve Anghilante e della Chambra d’Oc
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Poesias – Marco Mastrocola
Recuèlh de poesias en lenga occitana a la mòda d’Oncin, dins l’auta Val Pò, recitaas da l’autor Marco Mastrocola. Tèxts en occitan-italian. Video en lenga occitana abo lhi sostítols en italian. A cura de Esteve Anghilante e de la Chambra d’Òc.
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Premio Ostana: scritture in lingua madre
Il “Premio Ostana: scritture in lingua madre” è un appuntamento con le lingue madri del mondo che ogni anno riunisce a Ostana (CN), paese occitano di 85 abitanti ai piedi del Monviso, autori di lingua madre da tutto il mondo per un festival della biodiversità linguistica. Negli anni sono state ospitate 44 lingue da tutti e 5 i continenti. A cura della Chambra d’Oc.
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Lo “Prèmi Ostana: escrituras en lenga maire” es un apontament abo las lengas maires dal mond que chasque an rechampa a Ostana, país occitan de 85 abitants en Val Pò ai pè dal Vísol, d’autors de lenga maire da tot lo mond, per un festenal de la biodiversitat linguística.
Dins lhi ans, Ostana a ospitat 44 lengas minoritàrias provenentas dai 5 continents. A cura de la Chambra d’Òc.
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Insegnamento della lingua occitana online
20 moduli tematici di insegnamento, con testi didattici, immagini tematiche, audio per ascoltare la pronuncia, dizionari sintetici, regole di grafia e di pronuncia, grammatica, esercizi di scrittura con correzione automatica, letteratura e contenuti multimediali in lingua: interviste, inchieste, testimonianze.
Le tematiche spaziano dalla tradizione (le radici della lingua), alla vita di tutti i giorni, fino alla modernità con i suoi neologismi. A cura della Chambra d’Oc.
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Ensenhament de la lenga occitana on-line
20 mòduls temàtics per aprene l’occitan abo: texts didàctics, images temàticas, exèmples de prononciacion, diccionaris sintètics, règlas de grafia e de prononciacion, gramàtica, exercicis d’escritura abo la correccion automàtica, literatura e video en lenga occitana, entervistas, testimonianças.
Las temàticas van da las tradicions (las raïtz de la lenga), a la vita de chasque jorn, fins a la modernitat abo si neologismes. A cura de la Chambra d’Òc.
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Memory d’Oc
Il gioco del memory in versione on-line e bilingue, occitano-italiano.
Uno strumento utile e divertente per giocare e imparare la lingua occitana. A cura della Chambra d’Oc.
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Lo juec dal memory en version on-line, en lenga occitana e italiana.
Una maniera útila e amusanta per aprene la lenga occitana. A cura de la Chambra d’Òc.
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Eventi e novità
Rassegna MARAMAN
PAESAGGIO CULTURALE DELLE VALLI OCCITANE
Novembre 2024
Da Mistral al jorn d'encuei
Ottobre con SambucOc
Ecco gli appuntamenti di ottobre di SambucOc: eventi ad ingresso gratuito presso il Centro di Documentazione Valle Stura a Sambuco.
Locandina SambucOc ottobre 2024
Comunicato SambucOc ottobre 2024
BAM - Biennale d'Arte Moderna e Contemporanea del Piemonte
Fino al 16 novembre 2024 il Museo Multimediale Sòn de Lenga Espaci Occitan di Dronero ospita la “BAM - Biennale d'Arte Moderna e Contemporanea del Piemonte” con la mostra “Sculptura 3 natura/cultura”. Il tema di questa edizione è dedicato all’arte del territorio come ampliamento degli spazi prescritti dell’arte, intervento natura/cultura, dove per cultura si intende la possibilità della trasformazione.
In occasione della “BAM”, dal 4 al 19 ottobre, nel salone di Espaci Occitan, è visitabile e aperta al pubblico la mostra fotografica “Maraman. Paesaggio culturale delle Valli Occitane”, che presenta una
trentina di realtà fra musei, spazi espositivi e culturali delle Valli Maira, Grana e Stura, realizzata grazie al contributo della Regione Piemonte nell’ambito del programma “Espaci Occitan 2024”, bando divulgazione culturale.
Leggi QUI il comunicato.
05/09/2024
Corso frontale di occitano 2024
Con l’autunno l’Espaci Occitan propone, con il sostegno della Regione Piemonte, un
nuovo breve corso frontale di lingua e cultura occitana alpina di primo livello. Il corso
sarà aperto a tutti, residenti o non nelle valli, parlanti o meno la lingua d’oc, e sarà
tenuto da Rosella Pellerino, Direttore Scientifico dell’Espaci Occitan, nei locali
dell’Associazione, in Via Val Maira 19 a Dronero.
Clicca sul COMUNICATO per i dettagli e le modalità di iscrizione.
Natale con SambucOc. Eventi, storia, cultura occitana con il Centro di Documentazione Valle Stura.
Si parlerà anche dei canapini di Ostana e Crissolo durante la conferenza in programma sabato 2 dicembre alle ore 10, presso la Biblioteca Anna Frank di Via Boves 4: I gerghi di mestiere nelle valli occitane: itinerari linguistici e antiche migrazioni, dedicata agli aspetti linguistici che hanno caratterizzato le
esperienze migratorie di diversi gruppi di maestranze ambulanti delle valli occitane.
Clicca sulla locandina e sul comunicato per i dettagli su questo incontro e sugli altri appuntamenti di SambucOc.
Locandina
Comunicato stampa
CORSI FRONTALI DI OCCITANO 2023
Proposti da Espaci Occitan.
Clicca qui per leggere il comunicato informativo: CScorsooccitanofrontale2023
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Atti amministrativi - Acts administratius en lenga occitana
Un servizio per i cittadini a cura dello Sportello linguistico occitano.
Un servici per lhi citadins fach da l'Esportel linguistic occitan.
Cultura
Delibere e Determine
MOSTRA AUDIO VIDEO CIVICO MUSEO ETNOGRAFICO OSTANA
L’Associazione culturale “i Reneis” di Ostana, ha realizzato una mostra audio-visiva per presentare e raccontare i contenuti delle sale del Museo Civico Etnografico.
I materiali audio visivi realizzati con il titolo: “Oustano ën viage – Ostana un tempo” hanno la finalità di introdurre e illustrare le sale del Museo.
Il video introduttivo (sala 1) presenta il Museo, le sue finalità, i suoi ambienti e ne descrive il progetto comunicativo.
Il video n 2 (sala 1) presenta l’attività de “lou mënuzìe” – il falegname
Il video n 3 (sala 1) racconta la storia di Pin Pinot Martin, falegname di Ostana con testimonianza raccolta nella lingua occitana.
Il video n 4 (sala 1) descrive “lou bonc” – il banco da lavoro del falegname, la testimonianza raccolta è in lingua occitana.
Il video n 5 (sala 2) è dedicato a “l’Estabi –la stalla, con particolare riguardo alla sezione dedicata alla gestione dei bambini piccoli. Sono presentati: nel video n 6:“lou couròou” –il girello con testimonianze in lingua occitana; Il Video n 7: “la cuno” –la culla con testimonianze in lingua occitana.
Il video n 8 (sala 4) è dedicato a “I Chomp”” – le coltivazioni dell’agricoltura di montagna con testimonianze raccolte in lingua occitana
Il video n 9 (sala 4) è dedicato a “La sei” –la segale con testimonianze raccolte in lingua occitana.
Nella SALA 3,sono visionabili i seguenti video:
Il video introduttivo, il n. 1, parla di Lano e télo – lana e tela di canapa, utilizzate per l’abbigliamento; la prima veniva tosata dalle pecore allevate dalle famiglie ostanesi e la seconda si ricavava dalla coltivazione della canapa sul territorio ostanese
Il video n 2 Lou charbou – la canapa, descrive le fasi di coltivazione e di lavorazione della canapa
Il video n 3 Filà – la filatura, riporta testimonianze in lingua occitana sulla filatura della lana e della canapa
Il video n 4 Lou tëlìe e i linçol – Il telaio e le lenzuola, parla della tessitura dei due tipi di filati con testimonianze in lingua occitana
Il video n 5 Le chamize dë télo – le camicie in tela di canapa, contiene testimonianze raccolte in lingua occitana riguardanti gli indumenti intimi che venivano confezionati per uomini e donne
Nel video n 6: I brustiàire – I pettinatori di canapa, i testimoni parlano, in lingua occitana, del mestiere di cardatura o di pettinatura della canapa che gli ostanesi praticavano nella stagione fredda emigrando verso la pianura piemontese o d’oltralpe
Il Video n 7: Lou grapiét – gergo dei canapini, è dedicato alla parlata dei brustiàire, i pettinatori di canapa di Ostana, con testimonianze raccolte in lingua occitana.
Le testimonianze raccolte in lingua occitana sono sottotitolate in italiano.
Il progetto è stato finanziato nell'ambito della Legge 482/99 -Monvisol d'Oc 2020 e Monvisol d'Oc 2021.
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Minoranze linguistiche - L. 482/99 - Occitano
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